L’anima dei popoli
introduzione al libro fotografico di Marco Pozzi
di Marta Silenzi




Cerco il momento indifeso, l’anima più genuina che si affaccia, l’esperienza impressa sul volto di una persona. Cerco di trasmettere ciò che quella persona può essere, una persona colta sopra un paesaggio più ampio, che potremmo chiamare la condizione umana “.

Steve McCurry







In certe zone del mondo, dove l’esistenza è più dura, dove le forze salgono dalla terra che si calpesta a piedi scalzi, dove le tradizioni si mantengono estreme e la civiltà ha definizioni plurime, sembra che i colori si facciano più intensi, decisi a saltare fuori dalle immagini e a catalizzare tutta la luce per esprimere, in virtù di loro stessi, la vita.
Questo affiora dalle opere di fotografi che compiono una scelta alla base della loro ricerca, fotografi che puntano l’obiettivo sull’India, il Sud-America, l’Africa, il Pakistan, il Nepal, focalizzando sugli abitanti, le caste interne, le tribù, sugli usi e costumi che differenziano le civiltà e sulle sensazioni che accomunano gli essere umani.
Questo emerge dal bianco e nero di Sebastião Salgado – nei suoi reportages d’impianto umanitario e sociale, nei suoi servizi sul lavoro nei settori di base della produzione – così come dai colori di Steve McCurry – come l’altro, fotografo della Magnum Photos che inizia la sua carriera nascondendosi sotto gli abiti della gente del posto per attraversare il confine del Pakistan ed entrare in Afghanistan prima dell'invasione russa e che si impone nell’olimpo degli image-makers con i suoi lavori per la National Geographic. Questo emerge anche dagli scatti di Marco Pozzi, cardiochirurgo pediatra e fotografo amatoriale che negli ultimi anni ha avuto molti riconoscimenti sia a livello nazionale che internazionale: 86 premi nazionali, 77 premi internazionali tra i quali 5 medaglie d’oro PSA (Photographic Society of America) e 4 medaglie d’oroFIAP (International Federation of Photographic Art) , nel 2003 è il Travel Photographer dell’anno per la rivista inglese Geographical e nel 2004 vince l’Austrian Super Circuit Grand Prix (la più grande competizione fotografica con oltre 74.000 partecipanti di 110 nazioni), nel 2007 la rivista inglese Photography Monthly gli dedica la copertina del mese di marzo ed un prestigioso servizio all’interno, lasciandoci testimonianze che dureranno nel tempo.
Il primo sguardo alle foto di Marco Pozzi identifica subito i due fotografi di riferimento sopra citati, coglie la loro stessa intensità attraverso l’obiettivo, il loro stesso intento di colpire l’apparato empatico umano, di far vibrare l’essere attraverso la lettura dei volti, degli sguardi e delle attitudini sullo sfondo cromatico di mondi esotici e distanti, per quanto si tratti sempre di un'unica umanità.
Appassionato alla fotografia sin da ragazzo, Marco Pozzi vi si dedica in maniera costante da una decina d’anni, programmando le sue vacanze così come i suoi impegni clinici, passando il tempo libero fuori dall’Inghilterra, dove vive con  sua moglie Denise e i loro quattro figli, ed entrando in contatto con terre e uomini capaci di evocare un universo in uno sguardo.
Diviso nel suo lavoro tra l’Inghilterra e l’Italia, dov’è primario del Cardiologico G.M.Lancisi di Ancona, nel ritagliarsi uno spazio per sé, Marco Pozzi evade dai luoghi conosciuti per spingersi dentro i vari aspetti del comportamento e dell’esistenza umana e lo fa preferibilmente con una Nikon D2X e gli obiettivi da 17-35 mm f/2.8 e 85 mm f/1.4; visita Nepal, Pakistan, Bolivia, Ecuador, Cuba, India, Monzambique, Argentina, Viet Nam con il supporto di guide e traduttori che gli permettono di interagire e comunicare con i propri soggetti, sempre chiedendo loro il permesso di ritrarli e facendo del rispetto e della calma il ponte sul quale costruire l’atmosfera ideale per la realizzazione dell’immagine. Questo è anche il motivo per cui il chirurgo preferisce non viaggiare con altri fotografi: per non disperdere l’attenzione del soggetto, la sua energia, e quindi coglierne l’essenza cercando di afferrare l’immagine che più condensa un vissuto, un’emozione, una storia intera scritta per mezzo della luce.
E sono racconti in effetti quelli narrati ne L’anima dei popoli, sono documenti di vita,  sensazioni tattili, mormorio del Gange, attese e respiri, ritmo cubano, dignità pura dei bambini, tinte e tessuti,  rituali e realtà a confronto, ambienti domestici e villaggi aperti, e soprattutto occhi, sguardi, pigli, espressioni, gesti e voci interiori a descrivere ciò che l’uomo è in tutte le sue meravigliose sfumature.







“Nei ritratti ricerco il momento di vulnerabilità in cui l'anima, pura, si svela e le esperienze di vita appaiono incise nel volto; per me i ritratti trasmettono il desiderio di rapporti umani, un desiderio talmente forte che le persone, consapevoli del fatto che non mi vedranno più, si aprono all'obiettivo nella speranza che qualcuno, dall'altra parte, li veda; qualcuno che riderà o soffrirà con loro.”  (Steve McCurry)








Alla ricerca delle immagini nel cuore pulsante dei paesi, laddove i turisti non vanno, Marco Pozzi orchestra composizioni pulite e di grande forza espressiva, concentrandosi su soggetti quasi sempre singoli, stagliandoli contro materiali e intonaci rappresentativi dei luoghi, riservando una visione più corale alle espressioni di fede, con tagli e colpi d’occhio mai generici e profondamente sensoriali, espressioni di realtà talmente belle da non dover essere in alcun modo alterate bensì soltanto viste, sentite, vissute.
Tutto questo confluisce ne L’anima dei popoli, in 117 scatti per quattro sezioni che sono un percorso ed un’esperienza visiva ed emotiva, al di là di ogni cronologia o circoscrizione geografica. Le tematiche Sguardi, Espressioni di fede, Frammenti di vita, Sarò grande, parlano dell’uomo, di ciò che è in quanto creatura istintiva, dotata di intelligenza, carattere, emozioni plurime e comuni all’interno di mondi e civiltà invece molto differenti, riservando una particolare attenzione ai bambini, che riescono talmente a rimanere se stessi davanti alla macchina fotografica da risultare sempre sorprendentemente disarmanti.














ph. Marco Pozzi
mostra fotografica al Teatro delle Muse di Ancona
libro fotografico L'anima dei popoli, ed. Congredior, 2008

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