I temi della pittura
di Marta Silenzi 
ed. Centofiorini,  2014
nota introduttiva catalogo mostra "I temi della pittura - Catelli Luzi Nishida"
Galleria Centofiorini  30 novembre 2014 - 10 gennaio 2015



Proseguendo il percorso iniziato con La trama della pittura, tracciato la scorsa estate attraverso l’opera di tre artisti ormai storicizzati come Attilio Forgioli, Pierluigi Lavagnino e Ruggero Savinio, testimoni di tre diversi modi di dipingere pur scegliendo tutti in assoluto e, per così dire, “eticamente” la strada della pittura, la Galleria Centofiorini propone per questa coda del 2014 tre giovani nomi che pure prediligono quel mezzo, conducendolo in declinazioni molto differenti tra loro.
La mostra di Giulio Catelli, Marco Luzi e Fujio Nishida si presenta fresca e gradevole allo sguardo, si allontana dall’anoggettualità, consueta negli spazi della Centofiorini, per puntare, con tre stili e suggestioni diversissimi, quasi ad una storia dell’arte e dei suoi temi focali: il paesaggio, la figura, la natura morta.
L’intenzione è forse quella di dimostrare che la figurazione, intesa come riconoscibilità immediata dei soggetti ad una lettura primaria, è in ripresa tra le nuove generazioni, probabilmente in cerca dei punti fermi che quelle precedenti avevano rifiutato e scardinato mosse dagli eccessi emotivi del dopoguerra e dalle infinite rivoluzionarie possibilità estetiche degli anni Sessanta e in avanti.
Questi tre artisti – che hanno diverse età anagrafiche ed esperienze alle spalle – non cercano vie facili, il medium pittorico lo conducono con seria ricerca e applicazione, perseguendo una lavorazione lenta e particolarmente analitica, specie per quanto riguarda Luzi e Nishida.
Se Catelli risente di una pittura pastosa e gravida che prende le mosse anche dal nonno Ciarrocchi e da una marchigianità latente, filtro automatico di paesaggi iletici e corposi, in tonalità spesso fredde in grado di bilanciare il calore portato dalla materia (ma per la sua area artistica di riferimento si fanno anche i nomi di Morandi, della Scuola Romana, di Sironi, De Staël, Gianquinto e Morlotti), Luzi e Nishida si producono in dipinti alla ricerca della perfezione tecnica, tendenti all’iperrealismo, all’occhio fotografico, conservando entrambi un fondo di desolazione intimamente sentita e restituita cripticamente come avviene in poesia, scegliendo l’essere umano, che è spesso l’artista stesso, primo protagonista del proprio esistenzialismo, variamente accompagnato da altre apparizioni, nel caso di Luzi, e la natura morta, perlopiù in forma di fogliame e fiori secchi dispersi in contesti indefiniti di ombre fonde o carte crespe, pervasi da una specifica eleganza di caratura tutta giapponese, per quanto riguarda Nishida.
Tra piccoli e grandi formati la mostra appare varia, completa, giocata su accordi cromatici e confronti tematici, dotata dello stile espositivo sobrio e calibrato abituale della Centofiorini e di un gusto spiccato nella scelta degli artisti, accostati ma non intesi come una collettiva: esattamente come nella mostra precedente, il suggerimento insito è nel raffronto, nello spunto di riflessione che stavolta punta sul contenuto anche se non può prescindere dal mezzo, nell’elezione dei tre generi pittorici sul mare magnum di tutti gli altri, come superstiti qualitativi dopo la mareggiata che è stata ed è l’arte negli ultimi tempi.


 G. Catelli, Altra lietezza di Villa Borghese, 2013  

                            
M. Luzi, Sibilla, 2013


F. Nishida, Mazzo di fiori, 2012





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