Per non perdere per strada l'emozione
di Marta Silenzi in dialogo con Renzo Ferrari
ed. Skira,  2013
testo in catalogo "Renzo Ferrari - L'opera grafica 1958 - 2013"




Renzo Ferrari calcografico è Renzo Ferrari pittore: “il mezzo è la pittura”, dice sintetico nella lunga conversazione a Cadro che costituisce la base di questo testo, e per il resto è spontaneità espressiva, autentica, valida per il momento in cui si affaccia, utile all’istante della creazione, e al termine ‘istinto’ lui preferisce quello di ‘energia’.
Di fronte alla progressione di incisioni scelta per questo volume l’affermazione dell’artista appare evidente, il mezzo è diverso ma l’approccio è lo stesso, Ferrari è un pittore che aggredisce l’immagine qualunque sia il medium e non importa che il risultato sia in bianco e nero: quando gli chiedo se s’identifica nel colore, lui risponde che bisogna stare attenti, perché “dove non c’è il colore, il colore c’è ugualmente”.
Questi e molti altri aspetti del lavoro di Renzo Ferrari concorrono ad una non-ortodossia nel calcografico; la questione è stata sollevata e ben posta da Guido Giubbini1che la relaziona ad una rivendicazione di libertà per la lastra come per il foglio; a ciò bisogna aggiungere che il fattore sostanziale per la sua eterodossia è la velocità, il tempo.

 MS:spesso hai combinato l’acquaforte e la puntasecca nelle tue  incisioni…
 RF:vedi, anche nell’Arte della Calcografia dicono che il trapano  viene usato per ottenere una più diretta energia del segno e io  spesso rifaccio (dopo esiti non soddisfacenti dell’acquaforte)  dei profili, dei percorsi perché mi accorgo che la morsura è  debole e non voglio perdere per strada l’emozione.
 MS:quindi questa dissidenza dalle regole della tecnica è tutta  lì, nell’impazienza del risultato.
 RF:ecco, il bello del disegno è che vedi subito quel che nasce  sul foglio. Ensor, Klee, parlavano di “fare una passeggiata col  lapis”. Molto bello. Io ho i tempi accelerati, con con  l'acquaforte rischio di dover riprendere quasi sempre la lastra  a puntasecca prima della stampa.
 MS:sei un po’ come Bartolini; sono portata ad accostarvi perché  anche lui, impetuoso, faceva morsure incaute, metteva le dita  nell’acido, rifiniva con la punta delle forbici o del compasso.
 RF:Bartolini mi piace molto. Metteva le lastre sulla bicicletta,  girava le spalle all’atelier e se ne andava in campagna a  incidere. Sono molto interessanti le sue sovrapposizioni e
 anche li c’è un’impazienza creativa.

Poche battute per saggiare un approccio pratico ed un temperamento attivo decisivi nella produzione calcografica di questo artista, e per capire che il disegno è un perno del suo lavoro con cui inseguire più ossessivamente l'immaginario, la visione.
Renzo Ferrari è principalmente noto per i suoi dipinti, caratterizzati da colori molto potenti e comunicativi; la sua grafica, eseguita fondamentalmente con due procedimenti – quello più antico, indiretto, in cavo, cioè l’acquaforte, e quello diretta della puntasecca–, documenta un’espressione complementare ad essi, meno conosciuta ma che ha accompagnato l’artista sin dagli inizi, con una sola lunga interruzione (tra 1963 e 1978) comunque generatrice di nuovi motivi, sfogati nei disegni, poi ripresi e nuovamente indagati(...)



Cadro gennaio 2013
ph. Paola Ranzini 
(impaginatrice del catalogo)



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